L’importanza di avere un sito web aziendale

Perché realizzare un sito web?

Ancora oggi, le aziende italiane hanno qualche difficoltà a capire l’importanza di progettare e creare un sito web moderno, mobile responsive, per la propria attività. Esistono vantaggi che un sito offre in modo immediato, svolgendo funzioni sociali o commerciali importanti a costi relativamente bassi:

  • farsi conoscere – biglietto da visita online; sito web caratterizzato da una o pochissime pagine che riportino i dati essenziali dell’azienda o del professionista
  • far conoscere prodotti e servizi – vetrina virtuale; catalogo prodotti e prezzi online
  • insegnare, informare, divertire – contenuti utili per clienti ed utenti; siti di notizie, scuole online, giochi online ecc

Fanno eccezione le piattaforme e-commerce che necessitino di strutture articolate, quindi (molto) più costose:

  • vendere beni o servizi digitali – commercio elettronico
  • vendere online beni e servizi del mondo reale

La massiccia penetrazione dei Social Network e dei relativi servizi (profili e pagine aziendali, gruppi, eventi) ha, in parte, ridimensionato il sito web tradizionale. Molte imprese e professionisti considerano sia sufficiente la presenza su Facebook, Twitter, Google+ o altre piattaforme social, trascurando il fatto che un sito possa migliorare la loro identità digitale. Il sito web è uno strumento fondamentale per raggiungere clienti e per fidelizzarli successivamente.

Come si riflette, a livello globale, l’importanza del canale web? Ad oggi, il numero dei siti in internet si attesta su 1,150 miliardi circa, a disposizione delle 3,60 miliardi di persone con accesso alla rete.

Qual è la situazione dei siti in Italia?

I domini registrati nel 2016 sono stati 503.588, mentre i registrars (i titolari) sono stati 425.230. Di questi,

  • Persone fisiche – 176.283 (dato più alto negli ultimi 5 anni)
  • Aziende – 204.303
  • Professionisti / Freelance – 27.712
  • Organizzazioni No Profit – 10.077
  • Enti Pubblici – 1.836
  • Altri – 5016

grafico dei domini registrati in Italia dal 2008 al 2016

Ad una prima occhiata, numeri cosi non sembrerebbero affatto male. Ma se li rapportiamo ad altri dati, ad esempio al numero di aziende registrate nell’anno, otteniamo un’indicazione più precisa del grado di consapevolezza di aziende e professionisti riguardo all’importanza dello strumento.

Nella tabella sottostante ci sono i dati storici dei nomi dominio registrati e delle aziende nate in Italia nel periodo 2011 – 2016:

Anno Numero Domini Registrati da Aziende Numero Domini Registrati da Professionisti Totale Domini Registrati Aziende Attivate nell’Anno
2011 215.668 38.795 254.463 391.310
2012 209.122 43.191 252.313 383.883
2013 221.489 26.192 247.681 384.483
2014 216.239 25.259 241.498 370.979
2015 214.096 24.529 238.625 371.705
2016 204.303 27.712 232.015 363.485

 Vediamo così che le aziende che procedono con la registrazione di uno o più domini rappresentano, mediamente, due terzi del totale (64%). Non male, ma per meglio valutare il mercato dei domain name è necessario sottolineare alcuni punti:

  1. la registrazione di un nome dominio non significa automaticamente la pubblicazione di un sito web – molte aziende e professionisti registrano uno o più domini senza mai arrivare alla pubblicazione
  2. la percentuale dei siti web potrebbe essere parecchio più bassa rispetto alla media delle registrazioni – se consideriamo ad esempio che, solo nel 2013, l’83% delle imprese italiane che hanno cessato l’attività non era sul web (le aziende chiuse nell’anno sono state 371.802)
  3. i siti publicati sono, più spesso di quanto si pensi, composti da una sola pagina di dati anagrafici aziendali o poco più – biglietto da visita digitale

Il linea (molto) teorica, non è un grosso problema avere una sola pagina web pubblicata. Ma nell’era di internet delle cose, della realtà aumentata, dei tutorial in linea e del mobile in crescita esponenziale, siamo davvero sicuri che pubblicare in internet la sola ragione sociale, l’indirizzo ed i contatti possa ancora bastare?

I dati a disposizione farebbero supporre una discreta diffusione delle imprese italiane in rete ma, scendendo nello specifico, si scopre che la maggioranza è ancora ferma a siti con pochissime funzioni.

Prendiamo, ad esempio, il settore ICT (tecnologia dell’informazione e della comunicazione): l’86,57% dispone almeno di una pagina web. Il settore però fa sperare in una maggiore consapevolezza riguardo al digitale, quindi si hanno maggiori aspettative riguardo alle funzioni specifiche dei loro siti. Invece scopriamo che:

  • solo il 12,35% consente ordinazioni o prenotazioni online
  • di questi, solo il 8,52% consente di tracciare gli ordini
  • solo il 30,86% pubblica cataloghi o listini prezzi online
  • solo il 48% di loro presenta link di condivisione dei contenuti sui social network
  • solo il 20,33% ricorre alla pubblicità a pagamento in rete

Vanno un pochino meglio le agenzie di viaggio, i tour operators e servizi connessi: il 93,87% ha almeno una pagina web, ma tra le funzionalità dei siti più evoluti abbiamo che:

  • solo il 44% di loro offre la possibilità di acquistare online
  • solo l’15,15% offere pacchetti personalizzati
  • il 72,58% presenta cataloghi o listini prezzi online
  • il 63,56% presenta link di condivisione dei contenuti sui social network
  • solo il 45,58% fa pubblicità in internet

(Dati ISTAT 2016, aziende italiane attive con più di 10 dipendenti)

Ok, diciamo pure che la pubblicità in internet che punti ad un sito web poco (o male) sviluppato potrebbe fare più danni che altro, ma è un parametro di cui tener conto perché indicativo degli investimenti delle aziende nel digitale.

Un ultimo dato: nel 2016, i nomi dominio registrati da parte di professionisti e freelance sono stati 27.712, a fronte di 225.367 imprese individuali attivate nell’anno. Di questo 12,3% scarso non ho trovato dati su quanti si siano trasformati in siti web, ma è evidente che stiamo parlando di un fenomeno ancora marginale.

Si potrebbe obiettare che nel primo anno le imprese ed i professionisti non abbiano interessa ad investire in un canale senza sapere come andrà l’attività nell’insieme. Il punto, però, è proprio questo: bisognerebbe considerare il sito web alla pari di qualsiasi altra strategia funzionale all’apertura di un’attività.

“Ok, ho deciso che voglio avere un sito web. Che devo fare?” Per prima cosa, imparare una distinzione fondamentale per non buttare via tempo e denaro.

La distinzione tra siti web dal punto di vista delle aziende (o professionisti)

Di questi tempi, il sito web è un prodotto editoriale a tutti gli effetti. Ciò significa che debba presentare contenuti scritti accuratamente e pubblicati in sincronia con gli eventi aziendali. Inoltre, devono essere costantemente aggiornati. La chiave è proprio l’aggiornamento perché a nessuno piace trovarsi di fronte a siti obsoleti: né ai visitatori casuali, né ai clienti, né ai motori di ricerca. Quindi la prima distinzione fondamentale è basata sull’autonomia gestionale del sito:

  1. sito web completamente aggiornabile (in autonomia) da parte dell’azienda
  2. sito web aggiornabile parzialmente
  3. sito web aggiornabile solo dall’agenzia (o il freelance) che segue l’azienda

Gli aggiornamenti sono riferiti ai contenuti di vario genere (testi, immagini, video ecc) ed alla struttura interna del sito (categorie, pagine, articoli, menu, header, footer, altri elementi multimediali). Sono escluse le implementazioni di funzionalità, moduli o plugin particolari, così come la loro eliminazione.

In altre parole, la prima opzione offre, attraverso un’area di amministrazione, accesso completo alle funzionalità del sito. La seconda opzione offre un accesso parziale (alcune funzionalità libere, altre modificabili solo dagli incaricati esterni) mentre la terza opzione non consente alcun tipo di intervento da parte dell’azienda, la quale deve passare le richieste (e il materiale) all’agenzia, che poi provvede.

Ora la parte bella (ma anche difficile) è che, a prescindere dal tipo di attività, bisogna produrre contenuti accurati e professionali. Si può fare internamente, grazie a collaboratori che sappiano scrivere, oppure si può delegare a terzi esperti nella creazione di materiale. I costi sono diversi, a seconda della complessità della materia e della frequenza degli aggiornamenti.

Intuitivamente, i costi aumentano man mano che aumentano gli aggiornamenti, soprattutto se sono interventi che devono fare gli esterni.  L’opzione più economica (a lungo termine) è la numero 1. Per esperienza personale sconsiglio vivamente l’opzione 3 e, se possibile, eviterei anche l’opzione 2. La totale autonomia è sempre preferibile, seppur con qualche limitazione che vedremo tra poco.

La distinzione basata sull’autonomia gestionale ne richiama un’altra di carattere tecnico, ovvero il tipo di piattaforma (per semplicità, il software) su cui implementare il sito:

  1. sito web progettato e cucito su misura (piattaforma CMS proprietaria)
  2. sito su piattaforma CMS Open Source (o a pagamento), parzialmente personalizzato
  3. sito su piattaforma CMS Open Source (o a pagamento) senza personalizzazioni
  4. sito web in semplice html e css (poche funzioni, poche pagine)

CMS sta per Content Management System, sistema di gestione dei contenuti. Alcuni CMS sono: Worpdress, Joomla, Drupal, Prestashop (e-commerce), Magento (e-commerce) Wix (site building online) ecc.

Se non avete problemi di risorse e l’agenzia con la quale collaborate è sempre a vostra disposizione, l’opzione “a” abbinata ad una qualsiasi delle opzioni di autonomia gestionale è la scelta più versatile. In tutti gli altri casi, consiglio l’abbinamento 1b. Le altre opzioni sono certamente meno costose ma anche meno versatili dal punto di vista gestionale e della personalizzazione.

Dicevo poc’anzi che esiste un limite nella gestione (a piacimento) degli aggiornamenti. Infatti, prima di procedere con la modifica della struttura del sito, ovvero l’aggiunta o cancellazione di pagine, articoli, contenuti multimediali, prodotti o menu di navigazione) è molto importante consultarsi con un esperto in posizionamento sui motori di ricerca. Ogni modifica apportata al sito influisce sulla posizione che questi ha nei risultati delle ricerche organiche e un esperto SEO è la persona in grado di implementare queste modifiche senza influire negativamente sul posizionamento.

Per maggiori informazioni sulla tipologia di sito da adottare contattatemi, sarò lieto di rispondervi.